Ho bisogno di te

Amo la strada che sto intraprendendo e lungo le mie piccole e prime esperienze, ho incontrato cagnolini molto timidi e talvolta quasi terrorizzati dall’ambiente circostante.

Nella mia vita quotidiana sono impaziente e spesso frettolosa di arrivare agli obiettivi, ma quello che vi sto per raccontare mi ha fatto crescere nello spirito: perché la Pazienza è davvero la virtù dei “forti”.

I cani hanno una sensibilità per i rumori, gli spostamenti e le dimensioni dei nostri oggetti comuni che molto spesso ignoriamo; per questo capita a volte che il nostro amico a quattro zampe si nasconde in qualche piccolo angolo di casa e ci osserva con le orecchie spalmate indietro e non capiamo quale sia il suo problema. Ci dispiace vederlo tremolante per casa e a volte, specialmente per i cani di piccola taglia, commettiamo l’errore di tenerli in braccio e di consolarli come se davvero ci fosse qualcosa di cui preoccuparsi.

Quando sono andata a casa di Lilly, una maltesina di 2 anni, la sua prima reazione è stata quella di avvisare la mia presenza con una abbaio acuto e prolungato e la cosa più buffa è stata vedere come nel frattempo indietreggiava per evitare qualsiasi contatto con me, fino a posizionarsi dietro le gambe della proprietaria Veronica.

La prima cosa che ho pensato di fare è stata quella di cercare di far capire a Lilly che la mia presenza poteva anche darle fastidio, ma che era più vantaggioso interagire con me; per cui mi sono seduta a terra, per essere il più possibile piccola piccola come lei, e da una distanza tollerabile per Lilly, ho lanciato qualche bocconcino di cui lei era ghiotta.

Dopo alcuni minuti il musino di Lilly ha cominciato ad alzarsi per guardare da dove provenissero i cibini e sbadatamente ha incontrato il mio viso sorridente e rilassato.

Questo incrocio di sguardi è durato pochissimi istanti perché la sensibilità di Lilly era tale da non voler creare in lei una sorta di “sfida” e così ho spostato delicatamente il mio sguardo altrove, continuando a lanciare i premi leggermente più vicini al mio corpo.

Un passettino alla volta Lilly cominciava ad avvicinarsi sempre di più, controllando anche dove la sua padroncina si trovava perché chiaramente non voleva affrontare questa esperienza tutta sola.

Ad un certo punto ho appoggiato un wusterino sulla punta del mio piede e con un fare dubbioso Lilly allungava il musetto per annusare e con tutto il suo corpicino restava tesa all’indietro, pronta per scattare via. Dato che rimaneva immobile, ho preso lo stesso bocconcino e l’ho appoggiato a terra, vicino al mio piede e un altro ancora più vicino: quasi a toccare la mia scarpa. A questo punto Lilly ha fatto un respiro profondo e con la sua massima estensione ha preso il primo bocconcino e poi il secondo, scappando via almeno a 5 zampe.

Per tutto questo tempo ho chiesto alla famiglia che mi stava ospitando di cercare di fare il meno rumore possibile perché Lilly aveva bisogno di sentire principalmente se stessa e quindi di poter star tranquilla da tutto il resto, vista la sua grande emotività verso i rumori.

Ho trascorso tanto tempo e tanti giorni ripetendo questo esercizio con la cucciolina e finalmente un giorno, si è avvicinata ad annusare e mangiare un bocconcino sopra il mio piede e un altro sulla gamba e un altro ancora sulla mia pancia, poi sul mio braccio, fino a quando è arrivata l’emozione più grande… ho aperto la mia mano e ha mangiato dal mio palmo.

Veronica è scoppiata in lacrime e la sua emozione ha contagiato me all’istante, facendo cadere una piccola lacrima di gioia e soddisfazione. Sentivamo entrambe come se Lilly si fosse liberata di un peso molto più grande di lei e che avesse acquisito in me un granello di fiducia.

Da quel giorno il mio obiettivo è stato quello di proporre alla cagnolina tante esperienze positive e tanti avvicinamenti a oggetti comuni, continuando a premiarla anche mentre questi oggetti si spostavano, per far sì che accettasse maggiormente i rumori e li associasse a pensieri felici.

Un’altra cosa che spaventava Lilly erano le dimensioni e quindi le persone estranee viste dal basso verso l’alto; così ho cominciato a passarle i bocconcini mentre stavo a terra, poi con entrambi i piedi appoggiati al suolo, poi in ginocchio ecc…fino a che ad una mezza altezza Lilly ha cominciato ad indietreggiare e ho capito che quello era il suo limite (in quel momento) e piano piano mi sono riabbassata e fermata ad un livello da lei accettabile.

Il giorno dopo ho ripetuto tutta la sequenza e questa volta mi ha permesso di tenere le gambe piegate. Il giorno seguente ho passato a Lilly i bocconcini dal mio palmo in posizione eretta ed è stata una grandissima soddisfazione!!!

Veronica mi ha ringraziato per molto tempo e mi ha persino scritto una lettera per raccontarmi i progressi della sua compagna di vita e di quanto avesse scoperto la bellezza di aiutarla nelle sue sfide quotidiane.

Da questa esperienza ho capito che la costanza, la pazienza e l’amore sono i motori di tutto quello che mi permettono di credere in quello che faccio e che voglio continuare a fare.

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